E gli artisti morti sorsero dalle loro tombe, affamati di copyright
Leggo su BoingBoing un apocalittico articolo intitolato: "Musicisti non-morti firmano petizione al governo britannico per avere più copyright"
Il pezzo recita:
"Una pubblicità sull'edizione inglese del Financial Times contiene le firme di 4000 musicisti che vogliono i termini del copyright sulle registrazioni nel Regno Unito estesi da 50 a 95 anni. Molti di questi musicisti sono morti da tempo -- riesumati dalla tomba e rianimati dall'industria discografica per firmare una petizione che garantisce il diritto di sparire dal mondo all' 80% della musica , perché la durata del copyright supera il suo potenziale commerciale"
[La segnalazione di BoingBoing fa riferimento a questo post di Lawrence Lessig]
Come forse sapete, in Italia il diritto d'autore, il concetto nostrano più simile al copyright, dura 70 anni dalla morte dell'artista (o dell'ultimo degli artisti per opere collettive), termine che personalmente trovo ridicolmente lungo e comunque anacronistico rispetto ai mezzi e alla velocità di fruizione dei contenuti dati dalla rete.
Questi termini eterni contrastano con il desiderio ed il piacere di condividere informazioni, innato in chi vive con soddisfazione il mondo digitale, che ha come fulcro proprio la facile raggiungibilità delle informazioni e della cultura. Questo desiderio è nella maggior parte dei casi sincero e senza scopo di lucro, ma continua ad essere represso e perseguitato come il peggiore dei crimini, senza neppure un tentativo di uniformare le leggi ai tempi che cambiano.
C'è da dire che questa tendenza è particolarmente legata ad artisti dalla mentalità arcaica, e sono sempre di più i creatori di contenuti che abbracciano licenze alternative che permettono una qualche forma di condivisione del loro lavoro.
John Carmack, fondatore della id Software, ha l'abitudine di rendere disponibile le vecchie versioni del codice dei suoi spettacolari giochi come software libero, permettendo a creativi amatoriali di utilizzarle per i propri progetti; non mi sembra che George Lucas, quando ha aggiornato la prima trilogia di Guerre Stellari abbia rilasciato la vecchia versione come Creative Commons, cosa che difficilmente avrebbe intaccato le vendite dei nuovi cofanetti, ma avrebbe permesso la circolazione di un' opera oramai entrata nell'immaginario collettivo.
Tralasciando la durata del diritto d'autore, è proprio necessario legarne l'inizio alla morte dell'artista e non alla data di pubblicazione del lavoro? Le opere di gioventù meritano maggiore tutela di quelle più tarde? Gli eredi di artisti morti giovani sono di seconda classe rispetto a quelli di artisti longevi?
Francamente fare le pulci ai certificati di morte di queste persone per sapere cosa posso o non posso condividere è una cosa che mi dà i brividi.
Qualche settimana fa, mi telefona un caro amico membro di un coro polifonico, per invitarmi ad uno dei concerti che terranno in occasione delle imminenti festività.
"Fai qualcosa per Natale sul podcast?" - mi chiede.
"Può darsi" - gli rispondo - "Come mai vuoi saperlo?"
"Perché non trasmetti uno dei nostri pezzi natalizi, come musica? Abbiamo preparato la canzone X che è davvero molto bella"
"Potrebbe essere un'idea, bisogna vedere se è coperta dal diritto d'autore. Di che anno è?"
"Il pezzo è del 1920"
"Allora siamo proprio al limite, dovrei sapere quando è morto l'artista. Deve esserlo da almeno 70 anni"
"L'autrice è morta nel 1921"
"Ah, bene!"
BENE?
Se le cose continueranno in questo modo, l'unico autore buono a contribuire alla libera diffusione della cultura sarà quello morto, possibilmente giovane.
dicembre 11th, 2006 - 14:19
vi sono cantanti che non amo particolarmente ma per i quali vorrei che i miei nipoti si scambiassero in futuro alcuni mp3. Quindi provvedero appena possibile a sparare a Paolo Meneguzzi e a Tiziano Ferro…..
dicembre 11th, 2006 - 14:55
mi chiedo se attivissimo legga il tuo blog.. http://attivissimo.blogspot.com/2006/12/barenaked-ladies-fanno-lezione-ai.html
dicembre 11th, 2006 - 15:47
X Alexart:
Insomma, vuoi seguire la strada di Stallman con il copyleft: sfruttare la legge sul copyright per i tuoi scopi? Però il suo era un nobile fine! Un momento! Anche il tuo è un nobile fine!
x Frenkie
Eh, eh E’ più probabile che abbia letto BoingBoing o uno degli altri molti siti stranieri che hanno riportato la news…
dicembre 12th, 2006 - 17:13
D’accordo con Alexart…e la lista sarebbe (purtroppo!) ancora lunga.