Dean Koontz’s Frankenstein – Book One & Two
"And back to 1956, when Frankenstein was just Colin Clive and Boris Karloff, and Mary Shelley was just a novelist instead of a prophet and historian"
Book Two: City of Night, p. 333
Io, avidissimo lettore, dopo aver passato il 2008 praticamente senza aver aperto un romanzo, cominciavo davvero a preoccuparmi. Ma il 2009 comincia in modo completamente diverso.
Girovagando per Milano sotto Natale, mi sono imbattuto nei due volumi in lingua originale del Frankenstein di Dean Koontz: Book One - Prodigal Son e Book Two - City of Night.
Leggo Koontz da quando Luca me lo ha fatto conoscere, un bel po' di anni fa, e non lo annovero nella ristrettissima cerchia dei miei autori-culto solo perché non leggo tutta la sua produzione (trovo i thriller piuttosto banali) e perché i finali dei suoi libri non sono quasi mai all'altezza del corpo narrativo.
Ma se lo scrittore decide di introdurre nel racconto qualche elemento fantascientifico o paranormale, la storia diventa davvero insuperabile, senza mai perdere immediatezza ed originalità.
Sapevo che Koontz aveva riscritto il mito di Frankenstein per una serie televisiva mai decollata, e questo script era in seguito diventato un romanzo, ma la pigrizia mi ha sempre portato ad acquistare libri principalmente se mi si paravano davanti in libreria, fatto in questo caso di ardua realizzazione dal momento che (credo) i volumi in questione non sono ancora stati tradotti.
Visto che la sezione inglese della Mondadori di Milano è ben più vasta di quella di Genova e che i volumi erano proprio al culmine della gaussiana della mia attenzione visiva (in centro scaffale, altezza occhi) non mi sono lasciato sfuggire l'occasione.
Il romanzo, seppure scritto a sei mani con due tizi che non ho mai sentito nominare, è puro Koontz. Potrebbe essere suggestione, ma nel primo volume sembra di avvertire l'origine televisiva da alcuni dettagli, alcuni capitoli sembrano vere e proprie panoramiche per introdurre luoghi o personaggi che sarebbero dovuti diventare ricorrenti. Anche le descrizioni sono ridotte al minimo, lasciando la creazione della scena ai dialoghi e ai pensieri dei protagonisti, elemento comune ad altri lavori dell'autore. Piuttosto insolito per Koontz è invece la presenza costante di elementi di "Comic Relief": oltre a stemperare la tensione riescono a strappare almeno un paio di risate.
Raccontare la trama di questo Frankenstein è difficile, perché riassumendo si rischia di banalizzare, o ancora peggio ridicolizzare un lavoro che di certo non merita questo trattamento.
Il primo libro ci catapulta in un monastero Tibetano, dove un uomo molto particolare ha trovato rifugio dai demoni che hanno perseguitato la sua esistenza. Il suo volto è parzialmente sfigurato, la sua mente nasconde una furia animale che ha imparato a controllare solo con lo scorrere dei secoli e nei suoi cuori batte un'energia unica, che lo ha portato in vita e gli permette di comprendere naturalmente i più sottili ed eterei meccanismi del mondo che lo circonda. Quest'uomo si fa chiamare Deucalion, e mai nome è stato più appropriato.
Deucalion cercava solo l'oblio che non è mai riuscito a trovare neppure tra i carny dei Freakshow, ma la sua pace dovrà attendere, perché presto scoprirà che il principale demone del suo passato, creduto morto da oltre duecento anni, è in realtà vivo e vegeto e mascherato dietro l'arrogante nome di Victor Helios. Nascosto dalla facciata di una grande azienda farmaceutica e biotecnologica, Helios è al culmine di un piano che progetta da lustri, un piano perverso e malato che porterà alla purificazione del pianeta dalla piaga di una specie ritenuta debole ed imperfetta.
Il romanzo, oltre ad essere davvero scorrevole, ha una serie molto lunga di pregi: in primo luogo offre una descrizione della perversione e della follia quasi senza eguali; non mi riferisco ad alta letteratura, ma alla cura dei dettagli e all'originalità nella rappresentazione di manie e distorsioni dei "cattivi". Un serial killer perfezionista che disprezza un collega perché conserva i brandelli delle sue vittime in contenitori da frigo di marca scadente può essere un buon esempio, al pari della scena del piatto "troppo esotico per il menù" nel ristorante Cinese (suggerita a Koontz addirittura da P.K. Dick, come spiegato nell'introduzione). Un secondo elemento notevole, almeno nei primi due volumi, è l'abilità con cui Koontz riesce ad evitare il trito cliché de "l'eterna lotta del bene contro il male" anche se non riesce con altrettanta abitilità ad allontanarsi da quello dell'antieroe.
Contrariamente alle prime impressioni e alle dichiarazioni dei protagonisti, nel libro il "male" è un concetto superato, quello che sembra un impero nell'ombra altro non è che puro caos, una costruzione fragile ed abominevole sulla quale la natura sta già prendendo il sopravvento, e che forse renderebbe superflua l'ascetica crociata di liberazione che, per misticismo neppure troppo velato, ricorda più le vicende di Giovanna d'Arco che un tradizionale romanzo horror.
Rassicuro i fedelissimi dell'autore: anche in questi libri dalla particolare origine, di un nucleo famigliare sereno & "normale", non vi è neppure l'ombra.
Non credo di poter aggiungere altro, ho divorato in poco più di venti giorni le 900 pagine che compongono i due volumi, ed ho avuto in cambio una storia apparentemente banale, ma in verità costruita con il cesello, con personaggi convincenti sotto ogni profilo, un'avventura scorrevole ed appassionante come ogni best seller dovrebbe essere.
Il terzo capitolo è previsto per quest'anno, e sinceramente spero che Dean si sbrighi a completarlo. Inoltre, per chi preferisse un approccio più leggero, segnalo la graphic novel uscita di recente: proprio ieri mi è arrivata la notizia attraverso la newsletter di Koontz, che dalla morte del suo cane, ha finalmente ripreso a scrivere in prima persona!
Ora sto leggendo Mister B. Gone, di Clive Barker, che si intravvede sullo sfondo della foto. Sono a metà, sia del libro che della convinzione sulla bontà del romanzo.
Io Sono Leggenda: la graphic novel di Brown e Niles, eccellente alternativa al film
Qualche anno fa, per il mio compleanno ricevetti direttamente da Londra, dagli amici Alessio e Paolo, questo splendido volume: la graphic novel di "I am Legend" adattata da Steve Niles ed Elman Brown.
Conoscendomi bene, i due figuri sopracitati sapevano del il mio amore per il romanzo che, è bene ricordare, oltre ad essere un'opera di primo piano nella fantascienza contemporanea, è responsabile degli "Zombie" cinematografici, a me così cari.
Adorando il romanzo però, non ho potuto fare a meno di approcciare questo corposo volume a fumetti con molto scetticismo. "Io sono leggenda" narra la storia di un uomo solo. Un uomo consumato dalla routine quotidiana di studio, ricerca e preparazione agli assedi che immancabilmente si presentano tutte le notti. Un uomo spietato e reso egli stesso inumano dalla solitudine.
Come rappresentare a fumetti una storia quasi completamente priva di dialogo?
Testi, scene ed atmosfera presentati da Niles e Brown sono una trasposizione quasi letterale del romanzo (se la memoria non mi tradisce proprio ora!). Parlare di fedeltà non ha neppure senso. E' la stessa opera su un medium differente. 250 pagine di fumetto lento, poche nuvole e molte didascalie, molti -troppi- pensieri e pochissime parole se non nei flashback o nelle grida disperate di vampiri e cacciatore, irrompono tra gli scarni ed angoscianti disegni dal tratto nervoso.
Ho scritto questo post pensando di linkare qualche store inglese o statunitense sul quale comprare l'originale come quello che ho io. Ma non è più necessario. Su Fantasy Magazine leggo:
dal 15 gennaio sarà disponibile anche la versione graphic novel, stampata da Magic Press e adattata da Steve Niles ed Elman Brown (Formato 17x26 cm, brossurato B/N, Pagine 252, Euro 17,50)
Costa più del doppio del bigletto per il film con Will Smith, che è un insulto a chi ama il racconto originale, ma vale mille volte tanto.
L'attentissimo Paolo (da Trieste! ) segnala questa recensione su fantascienza.com. C'è una frase che mi fa rizzare i capelli in testa e domandarmi se Marco Spagnoli il romanzo (o questo fumetto) l'abbia mai letto:
Le sequenze in una New York desolata comunicano allo spettatore in maniera fedelissima al romanzo, il senso di solitudine e disperazione del protagonista interpretato da uno straordinario Will Smith.
Saranno anche fedelissime al romanzo (ambientato a Los Angeles, tanto per cominciare) ma le sequenze in questione iniziano con Will Smith che va a caccia di cervi correndo a tutta manetta su di una macchina sportiva, sparando dal finestrino, salvo poi lasciare la preda ad una famiglia di LEONI AFRICANI affamati (ma che hanno in testa gli sceneggiatori???).
Dubito che chiunque abbia anche solo letto la sovra copertina del libro possa definire queste scene "fedelissime all'originale".
Ma forse Spagnoli si riferisce alle scene in cui il buon Smith costruisce trappole per vampiri simili alle contraption dei cartoni di Hanna e Barbera, a quando cerca di conquistare il cuore del manichino nel negozio di dischi... tutti esempi di "fedeltà all'orginale".
Robert Neville, quello vero, è SOLO. Solo da anni, senza il cane, senza donne e bambini e tutte le notti deve subire gli assedi dei vampiri. Poi alle prime luci dell'alba inizia la routine: togliere i cadaveri dei vampiri morti durante la notte, controllare gli specchi, cambiare l'aglio, uscire in cerca di viveri e per uccidere (nel sonno!) tutti gli appestati che riesce a trovare. Nel tempo libero, studia biologia (non è uno scienziato nell'originale) ed una possibile cura. Ma principalmente si lascia andare allo sconforto e all'alcool.
Segnalo alcune peculiarità della storia originale ignorate dalla pellicola, non rovinando ovviamente trama o l'incredibile finale. Siete comunque avvisati, se siete intenzionati a leggere il libro, potreste non voler proseguire.
VIENI FUORI, NEVILLE!!!
Il destino beffardo ha voluto che il più facinoroso tra gli assedianti, oltre ad uno dei pochi contagiati ancora dotato di favella fosse Ben Cortman, vicino di casa ed amico di Robert Neville.
Le grida affamate di uno dei migliori amici di Robert, sono la tortura più crudele che Matheson infligge al suo protagonista.
Questo evento rappresenta una svolta narrativa nel romanzo, perché al contrario del film, Neville è SOLO. Niente cani, niente cervi (tanto meno niente leoni...). Nessun tipo di animale era apparentemente scampato al contagio. Il cane è il primo essere vivente che Robert incontra da anni, e gli sforzi per garantirsi la sua fiducia lo terranno occupato per un corposo numero di pagine.
Insomma, la storia originale è molto più complessa ed interessante di quanto Hollywood voglia farvi credere. Non sprecate i vostri soldi!
Il libro di fantascienza di Stephen Hawking: George's Secret Key to the Universe
Il noto fisico teorico inglese Stephen Hawking ha pubblicato insieme alla figlia scrittrice Lucy il primo volume di una trilogia di fantascienza dedicata ai bambini dal titolo "George's Secret Key to the Universe".
Come ci si aspetterebbe da questo autore, il libro sarà molto rigoroso dal punto di vista scientifico.
L'unico elemento di fantasia sarà infatti un supercomputer che permette al giovane protagonista di spostarsi nel tempo e nello spazio a bordo di un asteroide, come si vede nella copertina a lato.
La passione di Stephen Hawking per la fantascienza è ben nota, avendo partecipato ad un episodio di Star Trek - The Next Generation e a Masters of Science Fiction, una serie derivata dalla straordinaria Masters of Horror.
[Via Boing Boing]
E' morto Robert Anton Wilson
E' morto dopo una lunga malattia Robert Anton Wilson, l'autore della trilogia degli illuminati
L'autore in difficoltà economiche era stato protagonista di un tam-tam sulla rete per correre in suo aiuto, con grande successo.
Dall'ultimo post sul suo blog:
Various medical authorities swarm in and out of here predicting I have between two days and two months to live. I think they are guessing. I remain cheerful and unimpressed. I look forward without dogmatic optimism but without dread. I love you all and I deeply implore you to keep the lasagna flying.
Please pardon my levity, I don't see how to take death seriously. It seems absurd.
Habemus Papam! E Urania lo aveva predetto! :)
Giornata cruciale quella di ieri, dal momento che il mondo ha di nuovo il suo pastore.
Il cardinale Joseph Ratzinger, niente meno! Papa Benedetto Decimo Sesto!
Mi piace? Non mi piace?
Mi piace, mi piace: autorevole in un momento storico durante il quale una voce decisa non può che far bene, sono certo proseguirà per la strada tracciata da Giovanni Paolo II.
Comunque la profezia si è così avverata.
No... non Nostradamus, la profezia Urania!