Dopo il solito lungo periodo di prova, nel quale ho cercato di analizzare il maggior numero di profili di utilizzo, sono finalmente pronto a condividere le mie impressioni sull'ultima release di Ubuntu 8.10: Intrepid Ibex (32 bit).
Nota: nel testo si fa spesso menzione alla recensione della precedente versione 8.04 Hardy Heron,
disponibile qui.
INTRODUZIONE
Installazione
Come di consueto la mia installazione consiste nel formattare la partizione root installando il sistema operativo ex-novo, montando dal gestore delle partizioni la mia partizione dati come /home.
Dal punto di vista tecnico questa soluzione è a metà strada tra una installazione pulita e un aggiornamento. Tutti i componenti di sistema vengono rimossi e reinstallati completamente, ma i file di configurazione sono aggiornati, e se questo processo comporta problemi questi si presenteranno anche con questo metodo.
Ho deciso di ridimensionare tutte le partizioni per adeguarle all'effettivo utilizzo riscontrato con l'8.04. Avevo dimensionato con troppa generosità root e swap, ed ho pensato che fosse il caso di dedicare più spazio ad home. Il gestore di partizioni dell'installer non permette di espandere le partizioni, probabilmente perché progettato solo per ridurre partizioni windows, ma una volta usciti da Ubiquity e lanciato Gparted, non ho avuto problemi a ridurre root e swap, spostarle per farle tornare contigue ed espandere home.
Ubuntu è l'unico sistema operativo presente sul mio PC.
Un pessimo inizio.
L'inizio, è bene dirlo subito, è stato pessimo. Per fortuna, contrariamente al primo approccio con Hardy Heron, la situazione è migliorata esponenzialmente con il tempo.
Il pannello di GNOME soffre
di un baco che rovina le associazioni delle cartelle di "risorse" verso Nautilus (solo in caso di aggiornamento), impostando l'apertura con un programma random, nel mio caso il gestore delle fotografie F-Spot. A giudicare dal ticket su launchpad il bug è molto diffuso, e
tanti si sono trovati a cliccare sulla propria home vedendosi invece lanciare F-Spot, mplayer, totem e altri software.
Per ripristinare la corretta impostazione è necessario mettere mano al file di configurazione, che non è proprio un'operazione alla portata degli utenti di primo pelo.
Inoltre ho avuto problemi durante lo spegnimento del sistema, la procedura di shutdown si bloccava, a volte con un freeze della schermata grafica, altre volte tornando alla console con un laconico messaggio: unable to iterate IDE devices:no such files or directory.
Questo secondo problema è stato risolto con uno dei numerosissimi aggiornamenti del kernel che si sono succeduti subito dopo il rilascio.
Di tanto in tanto, soprattutto dopo qualche pasticcio tentando di configurare il problematico audio, ottengo ancora un notevole ritardo in fase di spegnimento, dovuto alla difficoltà di terminare “ALSA”.
IN DEPTH - HARDWARE
Riconoscimento dell'hardware.
Il portatile dal quale scrivo ha sofferto nelle precedenti versioni di Ubuntu di alcuni problemi di varia entità, natura e gravità.
Il riconoscimento dell'hardware ha sempre fallito nel
- riconoscere il lettore di memory card, e continua a fallire
- riconoscere la porta infrarossi, e continua a fallire, nonostante funzioni su Mandriva One 2009
- riconoscere il telecomando, ma senza IR è decisamente chiedere troppo.
- Nonostante il bluetooth funzioni, non è possibile ricevere file dal cellulare (anche su Mandriva), questo è un problema evidentemente legato al particolare chipset, in quanto con una chiavetta esterna il bluetooth funziona alla perfezione.
- La spia del wi-fi non si accende anche se la scheda funziona regolarmente. Paradossalmente la spia si accende su PC-BSD 7!
Sorgi, hard disk, sorgi!
Risorto dalla tomba è invece l'hard disk (o meglio il suo controller intel ICH6), umiliato da Ubuntu 8.04 e ridotto spesso a funzionare con trasferimenti prossimi ai 2-4 Mb/s, con evidenti ed insopportabili decadimenti di prestazione.
Seppur ancora distante dalla perfezione, e se durante la copia dei file si può notare qualche incertezza, il nuovo kernel ha portato un quantum leap prestazionale su questo computer mutando completamente l'esperienza d'uso. Sto ancora raccogliendo log e file di configurazione per investigare il problema, visto che ci sono ancora margini di miglioramento, ma il sorriso è decisamente tornato.
Prestazioni.
Questo è davvero un punto di gaudio per lo stambecco intrepido. Le prestazioni generali percepite sono migliorate incredibilmente! (non mi riferisco naturalmente ai saltuari decadimenti del disco, facilmente isolabili in un'analisi prestazionale)
L'applet di Gnome per il controllo della frequenza della CPU rimane inchiodata al valore minimo (798 Mhz) in quasi tutte le situazioni di uso (beh, non se si converte un film, naturalmente!).
Dopo una giornata di utilizzo era difficile vedere l'indicatore della CPU scendere dal livello massimo (2.0 Ghz) mentre ora è difficile farlo salire fin lassù! Addirittura è possibile guardare tutto Big Buck Bunny in 720p codificato nell'esigente h.264 con la CPU che viaggia a 798 Mhz, massimo 1.06 giga. Eccellente davvero.
Driver Ati Floss
I driver Ati open source, ottimi sulle schede più vecchie (serie 9000) non avevano particolarmente brillato nella precedente installazione, spingendomi alla fine a preferire quelli proprietari per la mia X700 mobile, sotto certi punti di vista anch'essi comunque disastrosi.
Finalmente i driver open source sono utilizzabili e superiori a quelli proprietari sotto quasi tutti i punti di vista: installati finalmente di default con compiz abilitato già dal live cd (per i chipset mobile erano stupidamente tutti blacklisted in Hardy, per un problema di compatibilità con un singolo chipset). Le prestazioni sono sufficientemente buone per l'uso quotidiano, e compiz risulta fluido anche nelle transizioni più impegnative, con l'enorme vantaggio di non soffrire del fastidioso flickering dei driver proprietari per le applicazioni open gl quando compiz è attivo e dell'orribile riproduzione video pixellosa sempre firma di fglrx.
Non ho neppure provato ad installare i driver proprietari, sono davvero molto soddisfatto di quelli open source, nonostante soffrano dei seguenti problemi:
- con compiz abilitato, le ombre sopra un video (ad esempio dei menù di totem) sono un blocco nero, lo stesso dicasi per oggetti trasparenti (come il controllo del volume) che compaiono sopra un video codificato in hardware: la trasparenza non c'è.
- se si trascina una finestra video, il video appare solo alla fine dello spostamento della finestra;
- Non si può catturare una finestra con video accelerato via hardware (catturare si cattura, ma il video è nero)
- Le prestazioni nei giochi sono nettamente inferiori a quelle dei driver proprietari.
Ad esempio quella droga di
Urban Terror, con i driver
Ati fglrx non scendeva mai sotto i 90 fps, mentre con i driver open source le prestazioni sono estremamente variabili,
difficilmente si sale sopra i 70 fps ma troppo facilmente si scende sotto i 30 nelle situazioni più concitate.
Penumbra Overture crasha irrimediabilmente GNOME, mentre funzionava splendidamente con i driver proprietari.
Ciò nonostante il bilancio è pesantemente a favore dei driver open source che hanno anche il grande vantaggio di non interferire con le altre applicazioni, ad esempio lo scroll in firefox.
“Nessun Driver proprietario in uso in questo sistema”... finalmente!
Stabilità
In Ubuntu 8.04, X crashava una volta ogni 3 giorni, preciso come un orologio, portandosi dietro tutto quello che c'era sopra e facendo piangere Gesù (non direttamente per il crash di X, diciamo per le... conseguenze). Il problema è stato risolto, ma con mooolta calma.
In Ubuntu 8.10, in due settimane ho avuto un crash di Firefox.
Notate la differenza? Avete familiarità con la parola “perfezione”?
Onda MT503HS di TIM non funziona su Ubuntu 8.10
Volevo provare il supporto
3G di Network Manager e per questo mi sono fatto prestare da
Francesco la sua
Onda MT503HS. Distribuita da TIM come
“Alice Mobile” è senza dubbio una delle chiavette 3G più diffuse in Italia,
vanta il supporto a linux sulla scatola in virtù di un pugno di programmi e driver sparsi sul cdrom ed un patetico “.pdf” di installazione.
Questa penna non è riconosciuta in Ubuntu 8.10 e i driver (vecchi) non si compilano.
A quanto pare i nuovi driver saranno rilasciati al più presto. Se potete evitatela, altrimenti seguite questo thread:
Iberna e Sospendi
Funzionano entrambi, ma contrariamente ad Hardy, su Intrepid sono così lenti da risultare completamente inutili.
IN DEPTH – SOFTWARE
GNOME
Ancora una volta gli avanzamenti più evidenti provengono da GNOME, la nuova versione 2.24 prosegue la sua strada verso un continuo e progressivo miglioramento. Ogni nuovo GNOME è sempre più bello e stabile della precedente release.
Si notano inoltre i primi passi verso una maggiore integrazione tra applicazioni e ambiente desktop. A titolo di esempio, GNOME offre un nuovo approccio allo spegnimento del computer che comprende il nome dell'utente attivo. Se si utilizza Pidgin, l'ottimo client multiprotocollo per la messaggistica istantanea, insieme alle opzioni di spegnimento del pc vengono integrate le funzioni di cambio di stato IM. Nulla di rivoluzionario, ma ben si evince come la cura dei particolari, e la limatura degli spigoli troppo acuminati, sia oramai entrata nel processo di sviluppo.
Nautilus
Nautilus è il file manager di GNOME, e in questa release ho potuto notare moltissimi miglioramenti. Non solo è meno prono a crash e freeze, ma alcune nuove funzioni sono davvero benvenute.
E' il caso della navigazione a tab, come in Firefox che finalmente non è più esclusiva di KDE.
Davvero molto comodo è il pulsante che permette di smontare facilmente i volumi presenti sul PC, avvisando se alcuni file cancellati sono ancora presenti nel cestino, permettendo la facile cancellazione.
E' stata introdotta una nuova “vista”, quella compatta, della quale francamente non sentivo la mancanza, avrei preferito di gran lunga una visualizzazione a due colonne, come su Dolphin.
Un bug che affliggeva la precedente versione è stato finalmente corretto: ho una fotocamera a 12 Megapixel, e le immagini che produce hanno una dimensione compresa tra i 3 e i 6 Megabyte l'una, a seconda del soggetto. Con ubuntu 8.04, la maggior parte delle immagini di dimensione > 5 Mb non avevano anteprima. Ora tutte le immagini hanno la loro bella icona che rappresenta la miniatura della foto, comodissima quando si deve cercare un preciso scatto.
Parlando di immagini, ora F-Spot copia di default anche i filmati presenti sulla macchina fotografica, una bella comodità.
Network Manager.
Grandi novità anche per il gestore di rete di GNOME, in passato uno dei componenti meno amati, e che ancora oggi suscita qualche perplessità.
Pur non potendo provarla, per limitazioni hardware già trattate, il supporto ai modem 3G sembra fatto nel modo giusto, è possibile infatti scegliere nazionalità e provider e vedere i parametri specifici di connessione, configurati automaticamente.
Così come nella precedente versione, a casa non ho avuto problemi specifici nell'uso di Network Manager, che è stabile e veloce nel passare da una rete all'altra.
Ma recandomi da
Simone, che ha
fastweb, ho scoperto un bug gravissimo: come faccio sempre, ho steso il cavo ethernet fino all'HAG di fastweb e ho aperto Firefox: Network manager si è bloccato, tentando di recuperare i dati di connessione dal DHCP. L'ultima volta che sono andato da Simone con Ubuntu 8.04 non ho avuto problemi di sorta.
Scopro così questo
ennesimo bug di network manager, a quanto pare legato alla rilevazione dell' MTU. Il workaround proposto ha funzionato, ma qui non posso proprio esimermi da una posizione dura.
Nell'anno del Signore 2008 non è ammissibile che un sistema operativo moderno, indipendentemente dal fatto che sia commerciale, gratuito, open source, free software abbia problemi protocollari con una semplice ethernet cablata. Posso comprendere le difficoltà dei driver, il mancato supporto dei produttori, ma la gestione dello stack TCP/IP proprio no.
Ho ricevuto inoltre diverse segnalazioni di malfunzionamenti e difetti di questo componente.
Marco (
astronauticast), vittima del digital divide mi segnala ad esempio il
mancato supporto alle connessioni dial up, che non ho verificato ma è in effetti molto grave (in mobilità può sempre servire, anche se ci si collega principalmente con il broadband).
Un altro Marco (
casapizza) invece punta il dito sulla
gestione degli IP fissi. Ho verificato l'accusa modificando “auto eth0”, la connessione predefinita, per impostare un IP statico invece di quello dinamico assegnato dal DHCP. In effetti al riavvio non c'è più traccia della modifica.
Ho provato allora a creare una nuova connessione con IP fisso, rimuovere “connetti automaticamente” da auto eth0 ed assegnare questo checkbox alla nuova connessione.
Il pc si collega con l'ip impostato in network manager, anche al riavvio, ma la connessione ad auto eth0 è misteriosamente sparita. E' indubbio che NM 0.7 sia ancora pieno di bug, soprattutto nelle modalità di funzionamento meno diffuse e quindi meno testate, e rappresenta un grave tallone d'achille alla qualità percepita del sistema.
Samba
Samba questa volta ha funzionato alla perfezione, complice (credo) la mia scelta di non installare Firestarter. Come si evince dall'immagine qui sotto sono riuscito al primo colpo a vedere ed interagire con il mio computer fisso (al momento con Kubuntu 8.10) e con la condivisione di Windows 2000 che girava in VirtualBox sempre su quel computer.
Continua a mancare un
pannello di configurazione delle impostazioni di Samba, e operazioni come il semplice cambio del nome del gruppo di lavoro (di default WORKGROUP) non sono possibili da interfaccia grafica senza installare altro software. Potrei essere io che continuo a non trovarlo dopo più di sei mesi, ma ancora attendo smentita a questa mia ipotesi dalla
recensione della 8.04. Analogamente mi farebbe molto piacere per la 8.10, scoprire che si tratta solo di una mia distrazione.
Flash 10.
Alla prima visita di youtube, o ad un altro sito che utilizza Flash, viene proposta l'installazione di questo software proprietario, la tanto attesa versione 10.
Diciamo subito che questo nuovo step evolutivo non fa miracoli, ma rappresenta di sicuro un punto importante per il mondo linux in quanto è il primo Flash che vanta le stesse funzioni su tutte e tre le piattaforme, ed è stato rilasciato contemporaneamente.
Seppur ritengo ci siano ancora spazi per miglioramenti a livello prestazionale, comparando la versione linux con quella Windows, i passi avanti si percepiscono ad occhio nudo.
Non mi era mai capitato, ad esempio di riprodurre un video di youtube e vedere la frequenza della CPU rimanere a livelli minimi come in questo caso:
Si noti un leggero glitch nell'indicazione dell'unità di misura, sicuramente causato dall'aumento di frequenza a 1,06 Ghz dovuto allo screen capture. L'ho lasciato a dimostrazione che la frequenza della CPU non era bloccata a 798 Mhz.
Sempre parlando di glitch, ogni tanto il nuovo flash ne propone qualcuno, ma in generale le prestazioni e la qualità sono migliorate dalla precedenti versioni. Anche le funzioni di visualizzazione tridimensionale accelerate dall'hardware, funzionano egregiamente.
Non mi risulta che Flash sia disponibile nativamente per sistemi a 64 bit.
PulseAudio.
E' oramai chiaro che, dal punto di vista delle applicazioni consumer, uno dei punti più deboli di Linux in generale, e di Ubuntu in particolare, sia l'audio. Al tempo del solo ALSA, il supporto non si poteva certo dire all'avanguardia, ma quanto meno era stabile e non generava eccessive confusioni.
Personalmente ritengo l'introduzione di PulseAudio in ubuntu 8.04 un vero e proprio disastro, tanto che come è noto l'ho presto eliminato per tornare ad ALSA, al limite accoppiato a Jack per qualche esperimento più avanzato.
Date le premesse, in questo settore non si poteva che migliorare, e così è stato fatto.
Ora tutte le applicazioni di default lavorano bene con PulseAudio, Flash compreso. Anche Skype riconosce pulse come dispositivo di input/output ma io e molti altri, a giudicare dai forum, abbiamo avuto problemi.
La regressione ad ALSA in questo caso è più complessa, visto che molte applicazioni sono configurate per funzionare direttamente con Pulse, non basta specificare che sia ALSA il layer audio predefinito dal pannello dell'audio.
Gli sviluppatori di Pulse hanno criticato in passato Ubuntu per essere stata una delle peggiori distribuzioni nell'ambito dell'integrazione con il loro server audio, e relativamente ad Hardy, hanno ragione al 100%.
Con Intrepid c'è stato un miglioramento, ma la situazione dell'audio è ancora critica per un utente alle prime armi. Volete davvero scegliere tra NOVE mixer differenti?
Proseguendo con lo sviluppo sempre più applicazioni useranno PulseAudio, e posso almeno in linea teorica capire l'introduzione anticipata di questo server audio: diventare il sistema audio di default dà una scossa agli sviluppatori di applicazioni per supportarlo; questo però non può assolutamente avvenire a spese degli utenti, come è capitato in Hardy e come capita in minor misura in Intrepid.
I progressi lenti, la mancanza di uno standard ben definito e l'autarchia di KDE non mi rendono particolarmente ottimista per l'audio Linux nel prossimo futuro.
Mi rendo conto che a causa del
podcast, mi ritrovo in una posizione tale per cui
l'audio (moderatamente) avanzato è un requisito fondamentale, mentre per la maggior parte degli utenti ascoltare musica e qualche video su youtube è più che sufficiente. Sotto questo punto di vista si sono fatti passi avanti, visto che tutte le applicazioni installate di default e anche il plugin Flash funzionano a dovere in PulseAudio.
Per quanto riguarda la registrazione, l'editing e il routing dei flussi attraverso PulseAudio, sto ottenendo proprio in questi ultimi giorni risultati davvero incoraggianti, indubbiamente insperati. Di certo ho dovuto modificare le mie abitudini, recuperare dai repository tutte le applicazioni di controllo del server audio assurdamente oscurate, ma sto davvero facendo passi da gigante nel
trasferire la mia produzione audio da Alsa a Pulse. Spero al più presto di poter raccogliere in maniera organica le informazioni trovate durante le sperimentazioni e metterle a disposizione dei lettori in futuro.
Credo sia davvero fondamentale che Ubuntu mascheri (ma solo di default) le budella del sottosistema audio in un controllo semplice ed intuitivo che non possa dare adito ad ambiguità, come invece accade oggi con la presenza contemporanea dei diversi sistemi per i quali è a volte difficile stabilire ogni controllo a che livello agisce. Mi riferisco naturalmente alle sole impostazioni lato utente, è naturale che Alsa e PulseAudio debbano continuare a convivere, visto che agiscono a livelli differenti, con compiti differenti e sono necessari l'uno all'altro.
Accessibilità.
Continua a grandi passi lo sviluppo per la realizzazione di un sistema Linux accessibile. Orca è installato meglio, già perfettamente configurato e disponibile nel menù applicazioni. Questo significa che un utente non vedente può utilizzare qualunque installazione di Ubuntu 8.10, anche già installata ed avviata semplicemente ricordando la sequenza di tasti (Alt-F1, giù, giu, destra, invio), oppure la tradizionale Alt-F2, digitare “orca” e invio.
ALTRO SOFTWARE
Evolution
Non ho investigato questo aspetto ma Evolution ha chiesto, al primo avvio, di convertire il database in SQLite, che solitamente è cosa buona considerando velocità e leggerezza di questo mini-DB. Non so cosa ci fosse prima (solo un'altra versione di SQLite?), ma la velocità è aumentata.
Evolution è a mio avviso il migliore client di posta per Linux, soprattutto per quanto riguarda la gestione degli account IMAP.
Codec Commerciali
Non sono sicuro che sia una nuova feature, ma non ricordo di averla vista nelle precedenti versioni, quindi prendete questo paragrafo con il beneficio del dubbio.
Come sempre accade al primo tentativo di apertura di un file afflitto da brevetti (es. mp3), è richiesta l'installazione dei codec proprietari/encumberd.
Viene inoltre fornita la possibilità di acquistare i codec di Fluendo legalmente, direttamente dallo store di Canonical.
Synaptic
Piccole modifiche anche al Packet Manager Synaptic. E' stata introdotta una comodissima finestra di ricerca rapida che permette di raffinare ulteriormente le ricerche, nel caso in cui queste diano molti risultati.
OpenOffice 3.0
Per motivi
più che condivisibili OpenOffice 3.0 sarà rilasciato solo al primo aggiornamento di Dicembre, nei
repository backport, ed è comunque installabile dai repository non ufficiali (e non supportati) presenti su launchpad.
Personalmente non sono un grande utente di OpenOffice e non sento eccessivamente la mancanza della nuova versione, che installerò quando presente sui repos ufficiali, ma credo che se l'approccio della prudenza mostrato in questa situazione fosse applicata anche ad altri componenti, molti dei problemi qui riscontrati sarebbero spariti.
Se avete necessità della nuova versione di OpenOffice il repository non ufficiale è questo:
deb http://ppa.launchpad.net/openoffice-pkgs/ubuntu intrepid main
(va inserito in synaptic, Impostazioni->Archivi dei pacchetti->Software di terze parti->Aggiungi e copiate e incollate la riga qui sopra)
CONCLUSIONI
Riassumendo...
Dopo quasi 25.000 battute non credo sia necessario esplicitarlo, ma ritengo Ubuntu 8.10 Intrepid Ibex di gran lunga superiore alla precedente versione 8.04 che davvero mi aveva lasciato non poco interdetto.
Sono davvero lieto della generale qualità del sistema operativo, e sono sorpreso dell'eccellente stabilità generale, soprattutto in considerazione di notevoli modifiche strutturali come il passaggio a X.org X11 7.4 e al nuovo Xserver.
Tuttavia manca la percezione di miglioramento assoluto che ho avuto ad esempio passando dall'annata 6 a quella 7 (7.04 – 7.10) della quale ho senza dubbio un ricordo migliore di quella attuale (si sa però che il tempo lenisce il dolore...)
Cosa manca
Credo che per prima cosa Ubuntu necessiti di razionalizzare la gestione del sistema operativo. Sotto questo punto di vista molte distribuzioni concorrenti come OpenSuse e Mandriva hanno optato per un centro di controllo personalizzato (YAST e Drakconf rispettivamente) che personalmente apprezzo molto. La strada però non deve essere per forza questa, un primo passo si potrebbe compiere riorganizzando il menù “sistema”, troppo affollato e dispersivo, in sottocategorie che raggruppino le principali funzioni in modo più organico.
Regression, Regression, Regression
La regressione è uno dei problemi più gravi che affligge i sistemi operativi, non solo linux e non solo Ubuntu. Ma non c'è nulla di più frustrante che scoprire che dopo un aggiornamento qualcosa che ha sempre funzionato perfettamente, ha smesso improvvisamente di farlo, o una funzione usata quotidianamente non è più presente. Purtroppo in un sistema complesso come una distribuzione Linux, in cui molti team lavorano a progetti separati e non sempre con la dovuta comunicazione, questo problema è estremamente difficile da risolvere ma deve comunque essere ritenuto una priorità, soprattutto con un ciclo di aggiornamento di soli sei mesi.
Una vera Linux Standard Base per il desktop
In passato sono stati tentati diversi approcci per standardizzare e rendere interoperabile la piattaforma “Linux”, con scarso successo.
Seppure la massa critica di utenti sia ancora lontana dal raggiungimento, credo sia giunto il momento in cui è necessario, per le maggiori distribuzioni orientate al desktop, riunirsi intorno ad un tavolo e discutere della possibilità di lavorare insieme per rendere più facile per l'utente alle prime armi l'installazione di componenti vitali come ad esempio i driver hardware, soprattutto se questi non sono presenti nei repository. L'esperienza dovrebbe essere resa più simile a quella che si ha nei sistemi Windows e Mac, elaborando un sistema che permetta all'utente un'installazione semplificata, e alle aziende produttrici il rilascio di driver che coprano il maggior numero di distribuzioni possibile, con il minore sforzo. Sotto questo punto di vista, strumenti come
DKMS di Dell, introdotto in Ubuntu 8.10 possono rappresentare, almeno sotto il profilo strettamente tecnico, un passo avnti in questa direzione.
Uno dei miei discorsi “da bar” da tempo immemore riguarda la necessità di introdurre quello che chiamo -scherzando- “DirectX for Linux”, che non è assolutamente quello che sembra, ma semplicemente la scelta di una serie di piattaforme e librerie da considerarsi standard per lo sviluppo di giochi sotto linux e che possano funzionare su ogni distribuzione e con ogni ambiente desktop (per l'audio ad esempio è un problema non trascurabile, nè banale).
Questo renderebbe (
almeno nella mia testa, e spesso davanti ad una birra) molto
più facile realizzare, installare e distribuire giochi Open Source sotto Linux, anche nel caso in cui questi non siano presenti nei repository della propria distribuzione. La lista delle dipendenze collasserebbe in un
“Questo gioco richiede DXFL V3.0” così come avviene per i giochi Windows. Il tutto si risolverebbe con l'installazione da repository di un solo (meta)pacchetto. Non credo che con le dimensioni dei dischi attuali sia un grosso problema installare in un colpo solo una serie di librerie considerate standard per il gaming open source, anche se non tutte saranno poi effettivamente utilizzate (es. Pygame potrebbe essere installato ma non usato dai giochi scritti in C). Ciò potrebbe
spingere gli sviluppatori verso l'uso delle librerie supportate, diminuendo la granularità delle soluzioni adottate, aumentando l'interoperabilità, creando una solida piattaforma per il gaming e magari dando vita a progetti collaterali come ambienti di sviluppo appositamente dedicati a questo scopo.
Semplicità attraverso l'oscurità non è la strada giusta.
Non condivido la scelta di Ubuntu di mantenere il sistema semplice anche attraverso la rimozione dall'interfaccia grafica di alcune funzioni fondamentali all'amministrazione del sistema.
Credo invece che sia necessario fornire un maggior numero di funzioni a basso livello immediatamente accessibili, ma posizionate in modo da separarle da quelle d'uso quotidiano, e proteggerle da un uso scorretto e potenzialmente dannoso.
Se il file fstab non dovrebbe essere modificato da mano inesperta, deve essere possibile decidere se montare un drive all'avvio, se si vuole modificare le regole di accesso ad un disco di windows, magari limitando la gestione dei volumi NTFS alla sola lettura. Operazioni come queste o più banalmente il cambio del gruppo di lavoro in Samba, l'installazione di nuovi Font o la semplice etichettatura di una penna USB dovrebbero essere a portata di mano, senza ricorre a complicati tutorial o all'installazione di altro software, spesso difficile da identificare.
Concludendo...
La mia conclusione non può che essere una sola. Ubuntu torna ad essere una eccellente distribuzione, aggiungendo ai suoi cardini (ottimo supporto, comunità sterminata) una solida base sulla quale crescere, perché la strada per entrare davvero in ogni casa è ancora molto lunga e come sempre, più piacevole se percorsa in compagnia.